Il Vittoriale degli Italiani, storia e curiosità sulla casa di D'Annunzio

Il Vittoriale degli Italiani è uno di quei luoghi che incarna l’essenza di un personaggio, trasformandosi in un simbolo tanto potente quanto la vita di chi lo ha abitato. Situato a Gardone Riviera, sulle sponde del Lago di Garda, questo straordinario complesso è il riflesso dello spirito nazionalista e artistico di Gabriele D’Annunzio, poeta, scrittore, aviatore e soldato. Ma che cos’è esattamente il Vittoriale? Perché c’è una nave nel parco? E perché D’Annunzio decise di donare questo luogo allo Stato italiano? Scopriamolo insieme.

Un po’ di storia: le origini del Vittoriale degli Italiani

Prima di diventare il Vittoriale degli Italiani, la residenza era una villa di proprietà di Heinrich Thode, uno storico dell’arte tedesco. Durante la Prima Guerra Mondiale, Thode fu costretto a lasciare la villa, che passò nelle mani di D’Annunzio nel 1921, dopo il suo ritorno dall’impresa di Fiume. Il poeta, con l’aiuto dell’architetto Giancarlo Maroni, trasformò quella semplice villa in un vero e proprio monumento alla sua vita e alle sue imprese, sia artistiche che militari e la arricchì con opere d’arte, oggetti personali e creando un ambiente unico nel suo genere.

D’Annunzio la chiamò “Vittoriale” in onore delle sue vittorie personali e, più in generale, delle vittorie italiane nella Grande Guerra. Il complesso doveva essere un monumento celebrativo del patriottismo e dell’eroismo, non solo suo, ma dell’intera nazione.

Perché D’Annunzio ha donato il Vittoriale?

Negli ultimi anni della sua vita, D’Annunzio decise di trasformare il Vittoriale in un lascito per la nazione italiana. Nel 1923 donò il complesso allo Stato con l’idea di creare un monumento eterno al patriottismo italiano e alla sua figura di “poeta soldato”. Il Vittoriale sarebbe diventato una testimonianza viva della sua visione dell’Italia e della sua storia, un luogo dove le sue imprese avrebbero continuato a vivere nei secoli a venire.

Cosa c’è dentro il Vittoriale degli Italiani?

Il Vittoriale è un mondo a sé. Al suo interno si trovano edifici, giardini, corsi d’acqua, piazze e persino un teatro all’aperto e un mausoleo.

La Prioria

Il cuore del complesso è la Prioria, la casa di Gabriele D’Annunzio: ogni stanza è piena di oggetti simbolici, ricordi, libri e opere d’arte che riflettono le sue passioni e ossessioni (in totale sono circa 10.000 oggetti e 33.000 libri). La casa è volutamente buia, un ambiente soffuso che riflette la sua fotofobia, una condizione che lo rendeva estremamente sensibile alla luce.

Un ingresso tra sacro e profano

L’ingresso della Prioria è già una dichiarazione di intenti. All’entrata dopo le scale si nota una colonnina che divide l’ingresso in due zone: la destra era per i seccatori, chi D’Annunzio non desiderava avere in casa, e a sinistra “per gli amici”, riservato alle persone che facevano parte della sua ristretta cerchia di intellettuali, artisti e amanti. Questo particolare non è solo un gioco ironico, ma riflette il forte controllo che D’Annunzio voleva avere sul suo spazio e le sue relazioni.

Le stanze della Prioria più curiose

La Stanza della Musica

Dominata da un grande pianoforte, che spesso veniva suonato da Luisa Baccara, una delle sue amanti più talentuose, la stanza era anche luogo di ritrovo per musicisti e artisti che frequentavano il Vittoriale.

Sala del Mappamondo

La biblioteca principale della casa. Al suo interno, oltre al mappamondo c’è la maschera funeraria di Napoleone Bonaparte insieme ad altri cimeli appartenuti all’imperatore francese durante il suo esilio a Sant’Elena e una copia del celebre Tondo Pitti di Michelangelo Buonarroti.

La Stanza della Leda

Prende il nome dal celebre mito di Leda e il Cigno, storia di seduzione divina che D’Annunzio interpretava come un potente simbolo di amore e passione. Questa era la camera da letto di Gabriele D’Annunzio.

Il bagno blu

Una delle stanze più eccentriche della Prioria. Il bagno è suddiviso in due ambienti: la sala da toilette e la ritirata con le maschere teatrali che sembrano osservare l’ospite (inquietante!). Ci sono oltre 600 oggetti tra cui spazzole, saponette, vasetti e altri accessori per la cura personale, tutti rigorosamente blu o verdi. A fianco della vasca da bagno, puoi ammirare delle riproduzioni dei celebri ignudi dipinti da Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina.

La Stanza del Lebbroso

Questo era uno spazio di meditazione per il poeta. Al centro della stanza c’è un letto a forma di bara con accanto la statua di san Sebastiano. Nel dipinto situato in fondo alla parete, è rappresentato san Francesco mentre abbraccia un lebbroso, che in realtà è una raffigurazione dello stesso D’Annunzio.

Lo scrittoio del Monco

Il nome ha origine da una scultura di una mano sinistra rossa, situata sull’architrave della porta, accompagnata dal motto “Recisa quiescit”, che significa “tagliata riposa”. Questo ambiente era destinato alla gestione della corrispondenza; D’Annunzio, nel non poter o non voler rispondere a tutti, si dichiarava in modo ironico monco, suggerendo così di non essere in grado di scrivere.

L’Officina

L’Officina era lo spazio in cui D’Annunzio si dedicava alla creazione letteraria. Come suggerisce il nome, l’ambiente era vissuto come una vera e propria “officina” dove il poeta lavorava alle sue opere. È una stanza luminosa arredata con mobili di rovere chiaro. Su una delle due scrivanie si distingue il busto velato di Eleonora Duse, l’attrice amata dal poeta: un foulard di seta copre il suo volto, diventando così una “testimone velata” del suo costante impegno come scrittore.

La Stanza della Cheli

La sala da pranzo. La stanza prende il suo nome da una grande tartaruga in bronzo ottenuta dal carapace di una tartaruga reale regalata a d’Annunzio dalla marchesa Luisa Casati. Questo animale morì nei giardini del Vittoriale a causa di un’indigestione da tuberose e la sua presenza serviva da monito contro l’ingordigia.

Nota bene: non si possono fare fotografie dell’interno della casa, quelle che vedi qui sono prese dal sito ufficiale del Vittoriale e dal sito del Ministero della cultura.

Lo Schifamondo

D’Annunzio lo immaginava come una nuova dimora, un luogo di ritiro e di contemplazione, ma anche una sorta di “museo della propria vita”. Lo Schifamondo rappresentava il desiderio del poeta di rifugiarsi lontano dalle preoccupazioni terrene e dal caos della vita pubblica, per dedicarsi alla contemplazione della bellezza e della sua stessa eredità. Nonostante le grandi ambizioni di D’Annunzio, lo Schifamondo non fu mai completato come previsto. La sua morte nel 1938 interruppe i lavori, e solo alcune parti dell’edificio furono realizzate. Il museo, inaugurato nel 2000, espone numerosi oggetti, vestiti, documenti e cimeli che raccontano le imprese di Gabriele d’Annunzio, con un focus particolare sul periodo della Grande Guerra.

L’Auditorium

L’Auditorium del Vittoriale ospita un aereo utilizzato da D’Annunzio durante il celebre volo su Vienna. Questo atto propagandistico del 1918, in cui lanciò volantini inneggianti alla resa dell’Austria, è ricordato come una delle sue imprese più ardite.

Oggi è uno spazio multifunzionale utilizzato per eventi culturali, conferenze, concerti e proiezioni cinematografiche.

Auditorium del Vittoriale

Il Mausoleo

In cima alla collina del Vittoriale, domina uno dei luoghi più simbolici del complesso: il Mausoleo. Si tratta di un’imponente costruzione circolare in marmo bianco, dove Gabriele D’Annunzio volle essere sepolto. L’architettura del mausoleo evoca le tombe antiche, ricordando quelle degli eroi romani, e non è una scelta casuale. D’Annunzio si percepiva come un moderno eroe, e voleva che il suo riposo eterno fosse all’altezza della sua figura.

La tomba del poeta si trova al centro del monumento, sotto un massiccio blocco di granito, circondata dalle sepolture dei suoi compagni più fidati, definiti “gli eroi fiumani”, a simboleggiare la fedeltà e la grande impresa dell’occupazione di Fiume. Vicino a lui ci sono anche le statue dei suoi cani di razza Levriero che D’Annunzio amava profondamente. Attorno alla sua tomba ci sono inoltre dieci arche, destinate a ospitare uomini che furono vicini a D’Annunzio nelle sue imprese, creando così una sorta di corte immortale attorno a lui.

La Nave Puglia

Uno degli elementi più curiosi del Vittoriale degli Italiani è senza dubbio la presenza di una vera nave militare, la Nave Puglia, nel giardino. Ma perché D’Annunzio volle una nave nella sua residenza? La nave gli fu donata dalla Marina Italiana in segno di omaggio per il suo contributo durante la guerra. Trasportare la nave fino a Gardone Riviera non fu affatto semplice. La Nave Puglia fu tagliata in più sezioni per poterla spostare dalla costa e ricomposta una volta arrivata nel parco del Vittoriale. L’architetto Giancarlo Maroni, fidato collaboratore di D’Annunzio, fu incaricato di trovare il modo per integrarla nel contesto naturalistico del parco. La scelta di orientare la prua verso l’Adriatico non fu casuale: D’Annunzio voleva che la nave guardasse simbolicamente verso i luoghi delle sue imprese marittime, come a voler mantenere un legame eterno con il mare e con la sua vita da “poeta soldato”.

nave Puglia vittoriale

Se vuoi visitare il Vittoriale degli Italiani ti consiglio di prenotare il biglietto online perché ogni anno questo luogo è super affollato di turisti. Clicca qui per info su orari e biglietti.

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Vuoi sapere cosa visitare sul lago di Garda? Leggi il mio articolo 20 cose da vedere sul Lago di Garda.

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